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Andar per campi: passeggiate alla scoperta di un antico sapere

Tre piante spontanee e ricette della tradizione



La primavera inoltrata è la stagione giusta per andare alla ricerca di erbe spontanee che il territorio ci regala. Tra le moltissime varietà che la natura mette a nostra disposizione citeremo le più note e le più facilmente riconoscibili: le ortiche, il tarassaco e la silene. Le ricette riportate nei paragrafi seguenti derivano da tradizioni contadine e da storie condivise con anziani del paese: sono piatti casalinghi dove l’economia domestica di una volta prevedeva la raccolta di erbe spontanee, per arricchire il menù ed essere in sintonia con la natura.
  • La piantina di ortica

Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non ha avuto un incontro spiacevole con le ortiche, ma noi ve le proponiamo tenere e praticamente senza il rischio che causino irritazioni alle mani. Infatti, le foglie più tenere della pianta, le apicali, si possono cogliere senza pungersi, avendo solo l’accortezza di tagliarle facendo pressione con l’unghia sullo stelo. Una volta raccolta la prima, vedrete che non ci saranno più problemi e, quando ne avrete una discreta quantità - equivalente a un paio di manciate - sarete pronti a mettervi ai fornelli. Le ortiche, infatti, vanno sbollentate per un paio di minuti, scolate e tuffate in acqua fredda per un momento, così da mantenere il bel verde brillante. A questo punto, una volta asciugate e tritate al coltello, le nostre ortiche saranno pronte per insaporire un delizioso risotto campagnolo inserendole a metà cottura.
  • Risotto con ortiche e patate

Anche il tarassaco, conosciuto come “dente di leone o dente di cane” e dal caratteristico fiore giallo, ha da sempre costituito un divertimento per i bambini che amano raccoglierne i soffioni secchi e disperderli nel vento. Da un punto di vista culinario, quest’erba, preziosa e depurativa per l’organismo, va raccolta prima che si sviluppi il fiore, cioè quando le foglioline sono piccole e tenere. Basterà portare con sé un coltellino ed estirpare la pianta tagliando le radici appena sotto la superficie del terreno, in modo che le foglie rimangano attaccate, come un cespo di insalata. Lavatele con cura e pulite anche la radice; asciugatele molto bene e preparate un’insalata croccante e fresca, ottima per lasciarsi alle spalle i menù pesanti dell’inverno. Il tarassaco si presta come base a moltissime varianti ma ne proponiamo una simpatica e un po’ insolita: tarassaco tagliato grossolanamente, uova sode, gherigli di noce e cubetti di mela croccante. Olio, limone e pepe e avrete un’insalata/piatto unico.
  • Tarassaco appena raccolto

Infine, la silene, forse la meno conosciuta ma diffusa largamente nei prati del fondo valle. Vanno raccolte le cimette apicali, prima che si sviluppino i caratteristici fiorellini bianchi. Come per le ortiche, la silene si consuma cotta, scottata in acqua bollente e, una volta scolata e strizzata, si può passare in padella con un pochino di burro, pepe e grana, al pari degli spinaci. In alternativa, può essere inserita in un’ottima frittata, nell’impasto delle tagliatelle fatte in casa o per delle polpette vegetariane, mescolata a uova sbattute e patate lesse. Il sapore della silene è infatti molto delicato e gradito anche ai bambini.
  • Piacevoli incontri mentre si va in campagna

Tutti possono cimentarsi nella raccolta di erbe spontanee, raccomandiamo solo, se non si conoscono bene, di chiedere a una delle persone che incontreremo nei campi di accompagnarci in una passeggiata e di trasmettere un po’ del loro sapere d’altri tempi. Sarà di sicuro un’esperienza arricchente per entrambi, ristoratrice per il corpo e la mente.

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