Gaia Venturini

Val Masino: la scalata del Sasso di Remenno e trekking sul Sentiero dei Ciclopi

Una giornata all’insegna dello sport e del divertimento nel cuore delle Alpi



IL SASSO REMENNO

È un enorme e compatto blocco di ghiandone, un tipo di pietra, ed è conosciuto come il più grande d’Europa, con un volume di oltre mezzo milione di metri cubi.
Scese a valle in seguito a una frana, presenta sulla sommità un “piano” ricoperto di erba e betulle. Non è l’unico sasso in zona a poter essere scalato: attorno sono presenti altri massi, come per esempio “Lo Scivolo”, “La Torcia”, “Il Sasso minato”, “Goldrake” e tanti altri.

Il Sasso Remenno e le sue rocce compagne offrono ampio spazio per la pratica dell’arrampicata: non è richiesta nessuna particolare preparazione fisica o esperienza precedente e su richiesta una guida alpina spiega e mette a disposizione l’attrezzatura di base, ovvero imbragatura, scarpette d’arrampicata, casco, e l’attrezzatura tecnica.
  • Sasso di Remenno
  • Sasso di Remenno

LA MIA ESPERIENZA

Un pullman ci ha portati fino al piazzale che si trova vicino al maestoso sasso. Io e i miei compagni tremavamo, non so se per il freddo o per la gioia. Possiamo dire che non faceva molto caldo, ma i timidi raggi del sole che facevano brillare le numerose piante e i sassi in poco tempo ci ha riscaldati. Una guida ci ha raggiunto e condotto all’area picnic che si trovava proprio sotto al sasso e successivamente ci ha diviso in due gruppi: “A” e “B”. Il gruppo A, di cui io facevo parte, doveva percorrere un breve sentiero e arrivare ai piedi del masso dove ci avrebbe aspettato un’altra guida. Il gruppo B invece avrebbe iniziato la giornata percorrendo il sentiero dei ciclopi, di cui vi racconterò più tardi. Finiti i percorsi ci saremmo ritrovati nell’area picnic per pranzare al sacco tutti insieme e successivamente ci saremmo scambiati
  • Scalata del Sasso di Remenno

L’ARRAMPICATA

Io e i miei compagni ci siamo presi per mano per formare un cerchio. Al centro c’era la guida che, con tanta pazienza, ci ha illustrato come indossare l’imbragatura e il caschetto. Ci ha fatto vedere come posizionare i piedi e le mani per salire e come fare per scendere. Essendo molto paurosa e soffrendo di vertigini, ho fatto passare qualche compagno nella speranza di racimolare del coraggio dall’entusiasmo dei compagni. Mi faccio avanti: piede dopo piede, mano dopo mano arrivo in cima. Non ricordo bene l’emozione che ho provato nello scalare quell’altissima cima, ho solo impresso il ricordo della bellezza del paesaggio visto da quell’angolazione. Arriva il momento di scendere: il passaggio più divertente! Bisognava saltellare all’indietro e tenere le mani strette alla corda legata davanti a noi. Mi sentivo un po’ Spiderman in versione bambina. Le risate dei miei amici facevano da colonna sonora alla giornata, ma ormai era giunto il momento dello scambio di gruppo e finalmente saremmo andati alla scoperta dell’intrigante Sentiero dei Ciclopi.

IL SENTIERO DEI CICLOPI

Questo percorso consiste in una passeggiata nel cuore di questi massi enormi di granito. Il Sentiero dei Ciclopi rimanda a un luogo fatato, legato alla mitica presenza di antichissimi e giganteschi uomini che avrebbero riposto qui queste rocce. È solo un ipotesi poiché non c’è traccia di leggende; si sa solo che i Ciclopi erano noti nell’antichità per le enormi dimensioni e per l’unico occhio in mezzo alla fronte, oltre che per il loro stile di vita solitario e barbaro. Effettivamente, nonostante le rocce siano adiacenti l’una con l’altra, sembrano chiuse ognuna nella solitudine di una storia unica ed incredibile.

LA MIA ESPERIENZA

Dopo aver consumato il pranzo, momento in cui io e i miei compagni ci siamo confrontati sulle esperienze vissute durante la mattinata, ci siamo divisi di nuovo nei gruppi: gruppo B verso il sasso, gruppo A verso il Sentiero dei Ciclopi. Il sentiero si snodava tutto in mezzo ai sassi, dove qua e là ci si doveva intrufolare in piccoli passaggi. Il mio ricordo più vivo è una piccola grotta illuminata solo dalle nostre torce. Qui rimbombavano gli echi dei “ciao” detti dai compagni per infastidire il professore che ci aveva raccomandato di non fare troppo rumore… Un altro interessante passaggio è stato all’uscita: una piccola spaccatura sul “pavimento” della roccia ha permesso la creazione di un breve scivolo dove tutti quanti, compreso il professore, ci siamo divertiti. Finalmente siamo tornati all’area picnic dove abbiamo aspettato il gruppo B, per poi tornare sul pullman che ci ha portati a scuola. Eravamo molto stanchi, ma felicissimi e arricchiti di una nuova esperienza passata insieme in Valtellina! Un’escursione magnifica che consiglio vivamente!
  • Cartina Sentiero dei Ciclopi- ERSAF

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