Cristian Pozzi
Unione Sportiva Bormiese

Domenica 3 giugno torna la Granfondo Stelvio Santini

Mortirolo e Stelvio, i due grandi passi del ciclismo, sono i protagonisti di questa competizione che vive quest'anno la sua settima edizione



Una semplice gara di bici potrebbe dire qualcuno, mentre io la definirei un turbinio di emozioni. Nata per una serie di circostanze a seguito della 20° tappa del Giro d’Italia 2012, la Granfondo Stelvio Santini si è affermata, con circa 3000 partecipanti nella settima edizione, come una delle più apprezzate manifestazioni del calendario granfondistico mondiale. Un percorso quello lungo che affronta due salite inedite, Teglio da Boalzo e il Mortirolo da Tovo, per concludersi in cima a sua maestà Re Stelvio. Una sfida con le proprie forze, con i propri limiti e con l’obiettivo di superarli, sia per i primi ma soprattutto per gli ultimi, quelli che ambiscono al “titolo” di finisher e ad avere l’onore di ricevere il famoso cappellino direttamente dal Cavalier Pietro Santini, un’istituzione nel mondo delle due ruote.

Ho la fortuna di poterla vivere sia come organizzatore che come ciclista. Dopo vari mesi di incontri che iniziano appena dopo l’edizione precedente, per capire gli errori fatti, si arriva alle ultime due settimane che precedono l’evento, durante le quali c’è un susseguirsi di decisioni da mettere in pratica. Poche ore di sonno, con i sopralluoghi notturni che devono conciliarsi con il lavoro, ma la passione rende tutto estremamente piacevole e stimolante! La domenica mattina dopo la sveglia all’alba, passo, anche se solo parzialmente, dall’altra parte della barricata e divento un partecipante, con un occhio attento a tutti i particolari, e paradossalmente pedalando mi riposo dalle fatiche degli ultimi giorni.
La gioia più grande è vedere tanti ciclisti provenienti DA TUTTO IL MONDO sulle “nostre” montagne, che nonostante la fatica ammirano i nostri stupendi paesaggi portando con sé, al rientro, un pezzo della nostra amata Valtellina.

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