Mi chiamo Antonello e Casa Cassan è la mia abitazione che ospita la sede Valtellinese dell’associazione culturale di Liberodiscrivere edizioni e la casa vacanze il “Roseto del Drago”.
In questo luogo dedicato alla cultura, ogni cosa sembra non aspettare altro che un mite visitatore: la fontana dove un tempo scorreva acqua sorgiva, il tavolo di pietra secolare per i pic nic, i lettini per rilassarsi sotto il grande ciliegio, la collina sormontata da un noce secolare, le sdraio incorniciate dalle vigne di nebbiolo, la panchina di pietra con vista sulle Alpi Orobie, il giardino segreto del Drago, il piccolo frutteto, le rose multicolori, profumi di lavanda e erbe aromatiche vi accoglieranno per un soggiorno pieno di piacevoli sorprese.
(Il giardino è accessibile, su richiesta, ai visitatori, agli ospiti del Roseto e agli associati di Liberodiscrivere).
Questi spazi affrescati, sapientemente restaurati, sono visitabili su richiesta e possono ospitare cerimonie, eventi, corsi, mostre, set fotografici, conferenze, presentazioni, concerti e seminari yoga.
Casa Cassan già Quadrio Peranda: tutto parte da qui.
Tutto parte da qui. La casa appartenne alla famiglia Quadrio-Peranda, famiglia di antica origine. Nel settecento diede i natali a luogotenenti, sacerdoti, personaggi di spicco che ebbero un ruolo importante nella vita locale. Nella fine del settecento passa all’attuale famiglia prima Foppoli-Gerosa, poi Gerosa-Cassan ora Cassan.La facciata su via Ginnasio si presenta compatta e con il suo colore originale bianco.
Il corpo di fabbrica che si affaccia sulla corte principale si presenta come una quinta di forte impatto: l’intonaco è rivestito da una decorazione della fine dell’ottocento ad imitazione di una facciata in legno dell’architettura d’oltralpe. La resa del dettaglio tipologico è sorprendente. Questo corpo di fabbrica è il risultato di una riplasmazione di corpi preesistenti molto antichi, si conserva come testimonianza un affresco con la Madonna e due Santi databile intorno alla metà del quattrocento.
Giardino orto e frutteto sono ripristinati in quinte scenografiche nel rispetto della tradizione valtellinese. Degni di nota la fontana con testa di cinghiale e il portico con cortile interno che introduce al giardino.
Gli ingredienti per un salto nella storia ci sono tutti...se poi volete qualche informazioni per scoprire anche i dintorni, non vi resta che chiedere! Io rimango qui, pronto ad accompagnarvi in questo luogo fermo nel tempo per un indimenticabile soggiorno in Valtellina!