La penna graffiante di Sasso

Viaggio nel passato con il Presepe della Contrada Sasso

Scene di vita quotidiana e la solenne Natalità nei quadri tridimensionali di Chiesa in Valmalenco, Valtellina



Per il secondo anno consecutivo a nella stagione invernale 2018/2019, la comunità di Contrada Sasso di Chiesa in Valmalenco ci ha trascinato indietro nel tempo, permettendoci di rivivere alcuni semplici frammenti di vita dei tempi passati, quando si era sì economicamente più poveri, ma umanamente più ricchi.

Ed è proprio da materiali poveri e semplici come il legno e la carta pesta, ma dedicando grande cura e attenzione ai più piccoli dettagli, che nasce il Presepe, nella parte più antica della contrada. Un Presepe insolito e particolare, che racchiude tutta l’essenza della vita d’un tempo e trascina con sé i visitatori in un passato nettamente diverso ma non così tanto lontano dai giorni nostri.

Realizzato a grandezza naturale, il Presepe della Contrada Sasso, che è stato possibile visitare gratuitamente, racchiude queste scene di vita quotidiana in quelli che sembrano dei veri e propri quadri tridimensionali, che si susseguono l’un l’altro portando con sé i valori della comunità che un tempo abitava quegli stessi luoghi.

A dare il benvenuto in questo viaggio nel passato sono le donne indaffarate a fare il bucato, immerse nelle chiacchiere riguardo alla vita quotidiana mentre sciacquano i panni alla fontana

Poco più avanti, in un sottoscala, il laveggiaio tornisce il suo lavec, la tradizionale pentola di pietra ollare che, come attestato in antichi documenti notarili, ha contrassegnato emblematicamente una delle prime attività economiche della contrada.

Seguono poi i quadri dedicati ad alcune delle attività più antiche del tempo: dalla rappresentazione della vendita al dettaglio delle verdure, coltivate nell’orto dell’ortolana, si entra poi nei locali anneriti dal fumo di Cà Sturnela, dove è messa in scena l’antica e nobile arte della Norcineria, momento di grande aggregazione per l’intera comunità. Tutti gli abitanti della contrada offrivano infatti il loro contributo e i prodotti derivati dalla macellazione permettevano il sostentamento di tutta la famiglia durante i rigidi inverni nevosi.

Al piano di sopra dell’abitazione, come spesso accadeva, venivano improvvisate delle aule poco riscaldate per l’attività scolastica: si entra così in un altro quadro, in cui protagonisti sono gli alunni che, attenti e rispettosi, apprendono i rudimenti della lettura, della scrittura e della matematica, sotto lo sguardo benevolo della Maestra.

Gli uomini invece, dopo aver brigato gli affari di lavoro e aver sfamato gli animali delle stalle, soprattutto alla domenica pomeriggio, trascorrevano il loro scarso tempo libero nell’osteria: è giocando a briscola e discorrendo della “vita grama”, davanti al fiasco di vino rosso o a una tazza di caffè Frank, preparato al pignatin, che questi uomini animano il penultimo ambiente realizzato per il Presepe.

È con l’ultimo quadro che si entra però nel vivo di questo viaggio, con la rappresentazione della sacralità, la solennità e la purezza eterna della Natività.

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