Silvia Angelini

Con le ciaspole in Val Tartano

Itinerario alla riscoperta di un alpeggio orobico, la Pàia



Un luogo che è stato abitato è, poi, per sempre, più di uno spazio, di alberi e rocce, fili di erba al vento: ricorda e racconta.

Su per i prati ripidi e un bosco di abeti, su ancora sino al pascolo c'è la Pàia, che significa fieno selvatico, un alpeggio tra quota 1688 e 1835 metri in Val Tartano.

Un cammino, con il passo e con la mente, che - come una sorpresa - regala il panorama più bello di tutta la Val Corta, e un pensiero in più. La Paglia, in italiano, è stata abitata ad uso di maggengo sino ai primi anni '60, da aprile, o maggio, a dicembre. Le baite sono state riparo di più famiglie, di oltre 30 persone. Lì la vita era di impegno e di fatica, sussistenza. E ancora si può immaginare, nonostante una esemplare opera di ristrutturazione.

Il sentiero è percorribile in ciaspole, o con gli scarponi se non c'è neve.

Il tempo di percorrenza è di 1 ora e mezza circa.
Il dislivello è di 765 metri.
Paia, Baite - Foto Letizia Spinii
Paia, vista verso Campo - Foto Letizia Spini

ITINERARIO

Il punto di partenza è il parcheggio nei pressi del torrente Tartano, in località Biorca (1165 m slm), raggiungibile dal fondovalle con la SP 11.

La strada in Val Corta, con le acque a sinistra, è da seguire per circa 700 metri, poi - al bivio - c'è la carrozzabile che raggiunge i Fognini a quota 1300 metri, con un ultimo tratto di sentiero segnalato dopo il quarto tornante (altrimenti si va per la Foppa). La contrada è anche di interesse architettonico per la presenza di alcune esempi di blockbau, che è la prima e più antica forma di costruzione lignea, del 1600, i più antichi di tutta la Val Tartano.
Baita nel bosco, foto Letizia Spini
Blockbau località Fognini, foto Letizia Spini
Val Corta, Fognini - Foto Roberto Ganassa ClickAlps
Val Tartano, Biorca - foto Roberto Ganassa ClickAlps

Il ripido prato, oltre le baite, accompagna al bosco, circa 100 metri più su e poco dopo un fienile in legno che il sentiero supera a sinistra.

Gli abeti scoprono il cielo solo oltre i 1600 metri di altitudine, con il Dosso Pàia a quota 1688 metri che è il primo punto panoramico; oltre, risalendo la radura, senza mai rientrare nel bosco - 1835 sono i metri sul livello del mare - c'è Baitü.

Qui ci si ferma, ad osservare.

Il paesaggio è ampio e unico, da sinistra verso destra: il Pizzo Torrenzuolo sopra Tartano, la Val Lunga, con il Monte Seleron (2519 m slm) che è il più alto di tutta la valle, il Monte Gavet (2314 m slm), poi la Val Corta, con la Val di Lemma per intero e uno scorcio della Val Budria, a destra.

Il ritorno è per la via di andata.


VERSO LA CIMA

In caso di neve e/o ghiaccio la cima, a quota 2127 metri, è sconsigliata. Il consiglio, invece, è di ritornare in estate e raggiungerla per un ancora più completo panorama che include la Bassa Valtellina sino al lago di Como e, verso nord-est, le cime della Val Masino con il Monte Disgrazia.

foto copertina: Roberto Ganassa ClickAlps
  • Val Corta, Alpe Paglia - foto Roberto Ganassa ClickAlps

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